Andrea Mariani | [appunti di ricerca] Walkman Stereo cassette Player High Resolution
Cinema, storia, media
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[appunti di ricerca] Walkman Stereo cassette Player High Resolution

(Un)Dead Media Project
Articolo a cura di Sara Properzi

PARTE 1

È strano pensare al passato. Studiamo fatti avvenuti secoli e secoli prima del nostro arrivo sulla Terra e li accettiamo per veri. Fanno parte della nostra storia, della nostra memoria. Ma non serve andare troppo in là nel tempo per trovare qualcosa di interessante da studiare. Basta tornare indietro a quasi quarant’anni fa. Alla fine degli Anni ‘70 venne messo in commercio un oggetto che a molti oggi sembra strano ma che per una generazione di ragazzi è stato fondamentale per poter ascoltare la musica ovunque andassero. Un oggetto che sta su una mano e che è stato una meteora, figlio di un tempo in cui la tecnologia stava iniziando a fare passi da gigante. Infatti, giusto il tempo di vedere crescere una generazione e ha iniziato a sparire dalla circolazione. L’oggetto in questione, precursore dei lettori cd e mp3, padre di tutti gli iPod e degli Smartphone, era un semplice aggeggio che assomiglia ad un vecchio gioco per bambini. Era un Walkman.

Attraverso la mia indagine, mi preoccuperò di investigare le ragioni per cui questo oggetto di così grande successo ha avuto vita breve (quasi meno di vent’anni) e ricercherò le varie campagne pubblicitarie dell’epoca che hanno fatto sì che il mangianastri superasse il giradischi, le varie versioni che vennero create (soprattutto quelle della Sony) e come i film dell’epoca abbiano aiutato alla sua promozione (primo fra tutti “Il tempo delle mele”, che lo lanciò sul mercato internazionale). Ma soprattutto mi vorrei soffermare sulla generazione dei giovani che vissero quel periodo di rivoluzione. Oggi per noi avere un dispositivo portatile per ascoltare musica non è una grande scoperta, ma negli Anni ‘80 è stata una vera e propria sorpresa, tanto da rendere il walkman l’icona di un’intera generazione, un vero e proprio oggetto cult. Chi poteva immaginare una cosa del genere? Di poter portare la propria musica preferita in giro. Era quanto di più avanguardistico ci potesse essere.

Sono interessata alla cultura pop, specialmente  quella degli Anni ‘80. Mia madre mi racconta spesso di quel periodo. E, in un giorno come tanti, mi ha parlato del walkman. Sapevo già cos’era quello strano e buffo oggetto. L’avevo visto spesso in alcuni film, come “Footloose” o “Pretty woman”. Da subito c’è stata come una scintilla, un’attrazione istintiva verso quel piccolo oggetto di plastica. Così è iniziata una lunga caccia al tesoro. Mia madre non ricordava più dove lo aveva abbandonato. 

Abbiamo messo a soqquadro la casa, la cantina e anche il garage per trovarlo e alla fine, come in uno di quei film di John Hughes, abbiamo avuto il nostro happy end. Lo abbiamo trovato.

È riuscito a sopravvivere bene ad una valanga di vestiti (tra cui un paio di pantaloni a zampa d’elefante che avrebbero potuto uccidere chiunque), alla polvere e all’ossidazione, ma il tempo ha avuto la meglio. Quel caro e vecchio walkman non funziona più. Gli manca una rotella ed è leggermente ammaccato. Tutti invecchiano, anche gli oggetti.

Walkman Stereo cassette Player High Resolution Anni ‘70/’80

Title

Nascere in un determinato periodo storico, dice molto di una persona in quanto denota il tipo di generazione a cui appartiene. I sogni, le aspirazioni, il modo di pensare e di agire delle persone nate nella stessa epoca non sono gli stessi ma hanno delle similitudini. Il periodo storico in cui si nasce infatti, influenza in maniera determinante i modi di comunicare, pensare e agire di una persona e incide fortemente sui suoi gusti e sulle sue abitudini. Ecco perché ogni generazione ha i suoi film cult, i suoi libri must, i suoi giochi indimenticabili, i suoi miti e campioni, le sue aspirazioni e soprattutto le sue musiche. Negli Anni ’80 era normale che una ragazzo tornasse a casa da scuola con le cuffie calcate nelle orecchie mentre cantava a squarciagola “Super, Superman” di Miguel Bosé. Era la famosa generazione X: quella dei cartoni animati, delle sale giochi, dei primi computer, ma soprattutto dei primi oggetti portatili.

Coloro che facevano parte della generazione X, avevano appena vent’anni quando sono stati messi in commercio i primi walkman e sono stati i primi a credere nel cambiamento, a passare dal giradischi e dalle radiolone portate a spalla ad un oggetto che stava attaccato ad un passante dei pantaloni.

In primis, quindi, bisogna ricordare che il walkman era un oggetto destinato soprattutto ai giovani: la sua uscita rivoluzionò completamente il loro mondo; non bisogna dimenticare infatti che gli Anni ‘80 erano un contesto storico molto particolare, in cui ascoltare musica senza restare fermi in casa era qualcosa di totalmente nuovo. Ma chi era più “stagionato”, era diffidente: aveva paura che questo nuovo apparecchio avrebbe portato dei seri problemi di comunicazione tra le persone. Quest’ultima è una previsione giusta ma solo in parte, in quanto bisogna tenere a mente che l’incomunicabilità tra gli individui era già iniziata negli Anni ’60 e ’70; ma è anche vero che gli Anni ’80 ci misero il “carico da dodici”, in quanto furono gli anni in cui bastava avere un videoregistratore e si poteva avere qualsiasi film direttamente a casa e bastava un nastro per avere qualsiasi tipo di musica a portata di mano. Si giunge così alla conclusione che non è un caso che il walkman sia apparso proprio in quegli anni, in un tempo in cui si stava iniziando a fare strada il mantra “Più piccolo e compatto, meglio è”.

Il walkman però, non era un oggetto che tutti si potevano permettere. Un buon apparecchio costava centoventimila lire, mentre uno di ottima qualità arrivava a superare anche le duecentomila lire. Inoltre, bisogna ricordare che anche le cassette avevano il loro costo. Ad esempio, mia madre mise i soldi da parte per poterlo comprare e, visto che dove viveva non c’erano negozi d’elettronica, dovette farsi accompagnare in centro per comprarlo.

Camminare è sempre stata una delle azioni più immediate e istintive del nostro corpo. E il fatto di unire questo semplice atto alla musica fu geniale. Cambiò il modo di muoversi tra le gente e soprattutto cambiò completamente il modo di ascoltare musica.