Andrea Mariani | [appunti di ricerca] diapositiva
Cinema, storia, media
685
post-template-default,single,single-post,postid-685,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,select-theme-ver-3.8,wpb-js-composer js-comp-ver-5.1.1,vc_responsive

[appunti di ricerca] diapositiva

 

(Un)Dead Media Project
Articolo a cura di Marianna Iob



PARTE 1

Introduzione:

Si tratta di un’immagine fotografica positiva, che può essere sia a colori che in bianco e nero; l’immagine è sovrascritta su un supporto trasparente e ha la peculiarità che per essere vista deve essere attraversata dalla luce (dia:” attraverso” e “positiva). A questo scopo esistono schermi retroilluminati e proiettori appositi (imm 3).

Quando parliamo di “diapositive” in realtà ci stiamo riferendo ad una pellicola (imm. 1) montana su un telaietto (imm. 2). Per raggiungere questo tipo di prodotto si utilizzava semplicemente una macchina fotografia a rullino, e quando quest’ultimo aveva esaurito gli scatti possibili si poteva procedere con il “taglio” della pellicola nel rullino. Questo procedimento era svolto non a casa ma in appositi negozi (come gli ottici) che provvedevano anche a montare il ritaglio della pellicola sul telaietto.

Approfondendo l’argomento già introdotto riguardo i proiettori, si possono citare varie tipologie (a carosello, a caricatore lineare, a doppio caricatore…) su cui però non ci soffermeremo, in quanto l’utilizzo dei tali è molto simile.

Semplicemente il proiettore (imm. 3) era dotato di uno spazio apposito per inserire i caricatori (imm. 4) che potevano contenere fino a 50 diapositive. Questi caricatori erano utili anche per ordinare le diapositive, un po’ come un album fotografico.

Per concludere, il proiettore e le diapositive rappresentavano nei decenni passati un grande intrattenimento familiare; per riprodurre in modo soddisfacente le diapositive, c’era bisogno di un ambiente buio e domestico dove poter riguardare frammenti del proprio passato.

Produzione e storia:

Per quanto riguarda la produzione delle diapositive in senso moderno (imm. 1, 2) possiamo datarle tra gli anni ‘50 fino alla fine degli anni ‘90. In realtà la nascita delle diapositive risale all’ottocento, con l’avvento degli stereoscopi (https://it.wikipedia.org/wiki/Stereoscopio).

Un altro passo in avanti verso le moderne diapositive, apparve negli anni ’30, con la compagnia True-Vue, la prima a inserire diapositive stereoscopiche in pellicola 35 mm in b/n (https://it.wikipedia.org/wiki/Tru-Vue).

Importante citare anche il sistema View-Master, il primo sistema di visione 3-D a utilizzare un supporto di cartoncino. Questo sistema comprendeva diapositive a colori, commercializzato dalla compagnia Sawyer’s Photographic Service nel ’38 (https://it.wikipedia.org/wiki/View-Master).

Nel dopoguerra ci furono ulteriori passi in avanti, soprattutto grazie a compagnie molto conosciute ancora oggi come la Kodak (con le sue pellicole Kodachrome ed Ektachrome 64T), l’Agfa (con l’Agfachrome) e la Fujifilm (con la Fujichrome e la Velvia).

La miglior pellicola tra quelle sopracitate era senza dubbio la Kodachrome della Kodak. Questa pellicola per diapositive fu in produzione fino al 22 Giugno del 2009, e l’ultimo rullino venne sviluppato l’anno successivo. Sempre della Kodak, le pellicole per diapositive Ektachrome cessarono la produzione nel 2012.

Ma niente paura, la Kodak ha annunciato nel 2017 che quest’ultima tipologia di diapositive tornerà sul mercato (http://blog.analogica.it/analogica-it/segnalazioni/2017/01/il-grande-annuncio-kodak-tornera-a-produrre-diapositive-ektachrome-nel-2017/).

Usi, pratiche e ambienti sociali/culturali di utilizzo:

Non sono presenti molte pubblicità riguardo alle diapositive e relativi proiettori, come non ci sono molte informazioni online riguardo l’oggetto.

Si possono però rintracciare alcuni video di film, pubblicità e serie tv dove queste diapositive appaiono.

In una puntata di Mad Man, il protagonista sta sponsorizzando un proiettore di diapositive; tralasciando i sentimenti del protagonista, possiamo vedere la potenzialità dell’apparecchio all’epoca (anni ’60). Come infatti dice il protagonista, riferendosi al proiettore Kodak: “Questo aggeggio non è una nave spaziale, è una macchina del tempo”. Per tutto il video cerca di descrivere cos’è realmente quel proiettore e cosa le diapositive ci possono dare in senso emotivo, definendo il ruolo sentimentale di esse. (https://www.youtube.com/watch?v=vAcmnUz-lnA)

Proseguendo, si può riportare anche una vecchia pubblicità di vestiti, che inizia con un padre e un figlio attorno ad un proiettore a Carosello. Questo spot può indicare come l’oggetto in questione fosse entrato nella vita quotidiana, come lo può essere oggi un normale telefono (https://www.youtube.com/watch?v=Pztt2sFJHdw) e lo stesso vale per il film “It” del 2017 (https://www.youtube.com/watch?v=3sFnVs–D2I) e Ace Ventura (https://www.youtube.com/watch?v=Pztt2sFJHdw).

In questi ritagli non sono direttamente citate le diapositive, ma solo il macchinario che le esalta; comunque si può concludere che le diapositive (specialmente dagli anni ’60 ai ’70) furono un tramite per il coinvolgimento famigliare o amicale, un n uovo modo per rivivere ricordi e momenti intensi.

Purtroppo, al giorno d’oggi questi momenti profondi dati dalle visioni delle diapositive si è totalmente perso: guardiamo le foto dal telefono velocemente, senza soffermarci mai troppo, produciamo un numero di fotografie imbarazzante e senza dare ad esse il giusto peso emotivo. Al giorno d’oggi quello che conta sono i like, non più la storia che c’è dietro all’immagine.

Concludendo, le diapositive erano momento di aggregazione, di ricordo e di sentimento che purtroppo non torneranno mai più

https://www.youtube.com/watch?v=vAcmnUz-lnA mad man

https://www.youtube.com/watch?v=3sFnVs–D2I it pro. A carosello

https://www.youtube.com/watch?v=Pztt2sFJHdw pubblicità vestiti

https://www.youtube.com/watch?v=Pztt2sFJHdw ace ventura